Coloro che non posseggono un navigatore GPS cartografico per l’escursionismo possono arrangiarsi con lo smartphone dotato di GPS. Esistono infatti delle soluzioni gratuite che possono essere un buon compromesso al costoso navigatore tradizionale.
Trattandosi di un compromesso, dobbiamo affrontare delle limitazioni, che sono sostanzialmente due:
1) scarsa durata batteria: tutti gli smartphone sono energivori e soffrono della scarsa autonomia della batteria (vedi anche Se la batteria dello smartphone dura troppo poco). Utilizzando il GPS questa cala drasticamente, da poche ore fino a un massimo di 4-5. E’ praticamente impossibile quindi utilizzare lo smartphone in modo continuativo durante un’escursione. Se ci si limita invece a fare il punto posizione ogni tanto, quando si hanno dei dubbi sulla direzione da prendere, allora è più sufficiente. 2) mancanza di cartografia escursionistica. La cartografia esistente, soprattutto gratuita, è sostanziamente quella “free” basata sulla cartografia OSM (Open Street Map). Essendo creata da volontari, ha un grado di completezza e quindi di affidabilità molto variabile. A seconda delle zone, può essere da ottima (talvolta superiore alle mappe commerciali) a pessima (mancanza parziale o totale di sentieri, strade forestali e altri dati importanti etc). La tipica cartografia OSM ha una grafica molto rudimentale (vettoriale) e la rappresentazione del territorio (curve di livello con cime, dorsali, impluvi etc) è pressoché inesistente. Di recente è disponibile gratuitamente la cartografia del Trentino «Trekkart»: la app è piuttosto rudimentale ma a caval donato… in compenso le mappe sono ottime e molto dettagliate.
OpenStreetMap (OSM) è un progetto nato nel 2004 che punta a creare e rendere disponibili dati cartografici, liberi e gratuiti a chiunque ne abbia bisogno senza dover sottostare a restrizioni legali o tecniche.
Le mappe e i dati geografici di OpenStreetMap sono utilizzabili da chiunque e per qualsiasi scopo senza costi di licenza. Ogni utente può modificare e integrare i contenuti geografici di
una mappa mantenendo un approccio collaborativo finalizzato al miglioramento del progetto OSM. Unisciti ai 300.000 mappatori di tutto il mondo che ogni giorno contribuiscono ad aggiungere strade,
sentieri e correggere errori!
Per saperne di più:
Il sito italiano di OpenStreetMap: http://openstreetmap.it/
Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/OpenStreetMap
Ecco alcuni esempi di bellissime mappe per escursionismo basate su OpenStreetMap:
Eccezionale visualizzatore di panorami
http://www.udeuschle.selfhost.pro/panoramas/makepanoramas_it.htm
Geoportale Nazionale
http://www.pcn.minambiente.it/GN/index.php?lan=it
Un’ottima guida per iniziare è il libro “GPS – LA GUIDA SATELLITARE PER
L’OUTDOOR” di Massimo Ravara edito da HOEPLI (disponibile anche presso le
biblioteche).
OPEN STREET MAPS
http://wiki.openstreetmap.org/wiki/Italia
http://josm.openstreetmap.de/ (editor dati)
http://wiki.openstreetmap.org/wiki/IT:Map_Features (tipi di caratteristiche)
Mappe pronte per Garmin ricavate da OSM:
Istruzioni mappe raster georefenziate:
******* software per cellulari:
Orukmaps (anche mappe offline e raster) Android
TwoNav (iphone)
Outdoor Navigation (iphone)
http://wiki.openstreetmap.org/wiki/Software/Mobilephones
http://www.sentres.com/it/alto-adige (per Android e iphone)
PeakFinder Alps (profilo montagne)
www.4umaps.eu
www.webmapp.it/maps/trentino/map.html
******** software vario
http://www.okmap.org
Garmin basecamp
sentieri SAT: http://www.sat.tn.it/default.aspx?fn=loadarea&idarea=450
Sentieri Alto Adige: http://trekking.suedtirol.info/
Dati provincia
http://www.urbanistica.provincia.tn.it/pianificazione/piano_urbanistico_provinci
ale/cartografia/pagina98.html
http://www.territorio.provincia.tn.it/portal/server.pt/community/sgc_-_geocatalo
go/862/sgc_-_geocatalogo/32157
La diffusione dei navigatori GPS nel settore consumer è stata molto repentina, e per certi aspetti, anche sorprendente; da periferiche inarrivabili che equipaggiavano le automobili di fascia
superiore (mi ricordo un mio conoscente che 5 anni fa con il navigatore in macchina si atteggiava a James Bond), adesso hanno invaso praticamente tutto: automobili, telefonini, palm,
biciclette...
Quello che sembra una tecnologia spaziale e complicatissima, all'atto pratico è più semplice di quello che sembra; in questo articolo spiegheremo come funziona.
La "mappatura" della terra è
ottenuta grazie ad una costellazione di satelliti in orbita circolare intorno alla Terra a circa 20.200 km di altezza; questa costellazione è costituita da 27 satelliti di cui 24 effettivi
e 3 di riserva, disposti su 6 differenti piani orbitali con un piano di inclinazione di 55°; questo sistema di orbite ed inclinazioni consente di visualizzare la superficie terrestre da perlomeno
4 satelliti contemporaneamente. Questi satelliti hanno un periodo di rotazione di 12 ore, o meglio "quasi" 12 ore; infatti ogni giorno anticipano di circa 4 minuti; questo scarto, unito ad altre
considerazioni, rendono indispensabile un controllo a terra, rappresentato da 4 postazioni disposte in prossimità dell'equatore: Isola di Ascensione, Diego Garcia, Hawaii e sull'atollo di
Kwajalein; queste postazioni supportano i satelliti, correggendone gli orologi atomici.
I dati raccolti vengono inviati alla stazione master di Colorado Springs, dove i dati vengono elaborati per valutare possibili errori. Il dato aggiornato viene ritrasmesso al satellite che, a sua volta, lo ritrasmette ai vari ricevitori degli utenti, consentendo agli stessi la precisa individuazione della costellazione.
L'opera delle basi a terra è fondamentale per la funzionalità del sistema satellitare; senza di esso i satelliti diverrebbero presto inutilizzabili.
La costellazione di satelliti sono il risultato di invii successivi; il primo gruppo di satelliti (Blocco 1) fu lanciato dalla California tra il 1978 e il 1985 e non sono attualmente più
operativi.
Nel 1998, infatti, è iniziata la messa in orbita dei satelliti del Blocco 2 delle serie II, HA e IIR. Di dimensioni estremamente contenute (meno di 6 metri di larghezza con i pannelli solari
completamente estesi e un peso di circa 1.500 kg), funzionanti a energia solare e dotati di piccoli propulsori autonomi per la correzione degli errori di rotta, sono stati lanciati per mezzo di
cosiddetti "razzi a perdere" del tipo Delta.
In realtà era previsto che alcuni fossero posizionati direttamente dagli Shuttle, ma il programma venne sospeso dopo il rovinoso incidente del Challenger. Gli orologi atomici montati a bordo sono
quattro, due al cesio e due al rubidio, per garantire la massima precisione e l'adeguata ridondanza.
La flotta del futuro
La permanenza in orbita della costellazione è prevista in circa otto anni e tra quest'anno e il prossimo è previsto l'invio in orbita di un secondo blocco di satelliti (serie IIF), non solo
sostitutivi degli attuali ma con caratteristiche tecniche migliorate (per esempio l'implementazione di una seconda frequenza per usi civili e l'utilizzo di orologi all'idrogeno invece di quelli
al cesio/rubidio). Tutti i satelliti della serie II, oltre che delle funzioni Gps, sono dotati di sensori per rilevare eventuali esplosioni atomiche al suolo. La velocità di spostamento rispetto
alla superficie terrestre è di circa 3.000 km/h, mentre quella relativa rispetto all'orbita raggiunge 11.000 km/h.
Il sistema di funzionamento del Gps è relativamente semplice. Si basa, di fatto, sul metodo della triangolazione, un sistema utilizzato per secoli dai navigatori; il sistema ricevente dell'utente
riceve impulsi dai satelliti della costellazione Gps e, attraverso un sistema di equazioni, desume la propria posizione triangolando i segnali automaticamente, utilizzando essenzialmente un
metodo adottato nell'antichità dai naviganti e a tutt'oggi dai cartografi: utilizzando la rilevazione della posizione di almeno tre punti fissi (con coordinate note) si calcola la propria
posizione, data dall'incontro delle rette passanti per detti punti. Questa prima considerazione di fa dedurre, quindi, che non è il dispositivo di navigazione al suolo (in mare o nel cielo) che
comunica la propria posizione ai satelliti, come si potrebbe immaginare, in realtà avviene il contrario. Il dispositivo è atto a ricevere segnali univoci e continui dal satellite che li invia in
maniera unidirezionale. La ricezione dei segnali di tre distinti satelliti fornisce un'indicazione abbastanza precisa della posizione, ma non assolutamente precisa; per questo motivo occorre
ricevere l'impulso da un quarto satellite per ottenere la maggiore precisione possibile, vedremo tra poco il perché.
Ogni satellite della costellazione genera un segnale contenente tre informazioni: il proprio identificativo, la posizione sull'orbita in cui si trova e un segnale temporale la cui precisione è
garantita dall'orologio atomico montato a bordo.
Attraverso queste informazioni il dispositivo ricevente è in grado di conoscere la distanza esatta dal satellite, applicando una delle leggi di Newton (distanza = velocità x tempo) e quindi
moltiplicando il tempo di percorrenza del segnale per la velocità della luce (circa 300.000 km al secondo). Chiaramente, però, il ricevitore può trovarsi in un qualsiasi punto di un'ipotetica
sfera il cui raggio è rappresentato dalla distanza ricevitore/satellite. La ricezione di un secondo segnale, analogo al primo, da un secondo satellite genererà una seconda sfera che
s'intersecherà con la prima in due punti generando un'ellisse entro la quale si troverà il punto ricercato. Basterà quindi ricevere il segnale da un terzo satellite per limitare le possibilità a
due punti molto vicini (uno dei quali potrà essere automaticamente eliminato per via di considerazioni matematiche e cinematiche) e quindi ottenere la corretta posizione dell'apparato
ricevente.
I problemi essenziali a questo punto sono due: calcolare con massima precisione il tempo di percorrenza del segnale e potere garantire la massima sincronizzazione degli orologi (quello sul
satellite e quello dell'apparato di ricezione). Il sistema di codici utilizzato per ottenere la massima precisione del tempo di percorrenza è di tipo "pseudocasuale". S'intende con questo termine
un sistema di codici estremamente complesso, tale da apparire pressoché casuale. In realtà si tratta di un codice ripetuto mille volte al secondo. La lettura del codice generato dal satellite e
di quello generato localmente dal dispositivo ricevente (teoricamente nello stesso istante) e il loro confronto causano una discrepanza e quindi una grandezza misurabile che fornisce il valore
della distanza. Il satellite emette il proprio segnale, e invia il proprio codice, su due portanti: L1 (1.575,42 MHz) e L2 (1.227,60 MHz). Sulla prima portante viaggia un codice, detto C/A
(Coarse Acquisition o acquisizione grossolana), ripetuto ogni 1.023 bit, e occupa una banda da 1 MHz.
Il C/A definisce un'acquisizione grossolana in quanto lo sfasamento di un microsecondo (pari a poco meno di un ciclo), moltiplicato per l'enorme distanza, può generare errori fino a 300 metri. Il
secondo codice P (Precise) è modulato invece a 10 MHz, quindi con una frequenza al secondo dieci volte maggiore.
Questo è il codice che, combinato con il primo, garantisce la precisione richiesta. Il codice P è anche quello che l'Amministrazione americana si è riservata di potere degradare in caso di
assoluta necessità e di minaccia alla sicurezza nazionale (come è avvenuto nelle ore successive agli attacchi alle Twin Towers dell' 11 settembre 2001). Risolto il problema dei codici la
questione è riconducibile a un problema di precisione degli orologi.
I quattro montati sul satellite, sono precisi al milionesimo di secondo, ma non altrettanto precisi possono essere quelli montati sull'apparecchiatura ricevente (il costo e le dimensioni
sarebbero proibitivi).
Entra in gioco allora il segnale ricevuto dal quarto satellite. Supponendo che tutti i dispositivi (spazio-terra) siano perfettamente sincronizzati, la triangolazione di quattro segnali che
s'intersecano dovrebbe fornire l'indicazione accurata di un punto. Poiché questo nella realtà non accade, si deve assumere come unica fonte di errore il dispositivo ricevente. Ragionando al
contrario è possibile calcolare quali aggiustamenti possano riportare l'intersezione dei segnali a un punto singolo e in base a tali valori ricalcolare le coordinate e la posizione. Ma i problemi
non sono finiti, e occorre calcolare ancora alcune variabili.
A causa dell'attrazione gravitazionale terrestre e lunare, nonché delle radiazioni solari, le orbite dei satelliti subiscono scostamenti che vanno corretti con il supporto delle postazioni
terrestre indicate prima; inoltre, durante l'attraversamento della ionosfera e della troposfera i segnali, a causa delle particelle caricate elettricamente che interferiscono con le onde
elettromagnetiche, subiscono rallentamenti che vanno compensati. Per risolvere questo problema viene utilizzato il metodo di confronto tra le due portanti (LI e L2), che vengono rallentate in
maniera differente dalle particelle: confrontando i ritardi, è possibile calcolare gli effetti dell'atmosfera sul segnale. Ultimo, ma non per importanza, è il cosiddetto "multipath", ovvero la
riflessione dei segnali causata dalla presenza di ostacoli a terra, nonché l'effetto Dop-pler causato dal movimento del ricevito- re. Queste potenziali fonti di errore sono corrette attraverso
elaborazioni numeriche dei segnali operate direttamente dai dispositivi di ricezione. Come funziona il ricevitore? Nel momento in cui si accende il ricevitore, quest'ultimo si pone in ascolto del
segnale proveniente dai satelliti "visibili" da quella determinata posizione. Se il ricevitore viene acceso dopo lungo tempo dall'ultimo utilizzo, si parla di "cold start" (avvio a freddo). In
questo caso il ricevitore deve creare un "almanacco" della posizione presunta di almeno un satellite e ricevere un segnale orario sufficientemente preciso da cui desumere la posizione degli altri
satelliti della costellazione. A questo punto, se le condizioni di ricezione sono favorevoli, il satellite è in grado di creare le "effemeridi", ovvero il posizionamento preciso degli altri tre
satelliti che gli sono necessari per calcolare il posizionamento (fix), e può cominciare la navigazione.
Il tempo per compiere questi calcoli ed effettuare il fix è definito con l'acronimo Ttff (Time To First Fix) e si aggira normalmente attorno a un minuto, sempre che non siano presenti
troppi ostacoli e il ricevitore non sia in movimento. Nel caso di una riaccensione del dispositivo dopo poco tempo dall'ultimo spegnimento, si parla invece di "warm start" (avvio a caldo).
In questo caso il Ttff scende in maniera drastica a tempi che vanno da dieci a venti secondi, questo perché le effemeridi e l'almanacco registrato nella precedente sessione di lavoro
possono essere ancora ritenuti validi e molte operazioni non devono così essere ripetute.
Il numero e la posizione dei satelliti visibili dal dispositivo influiscono naturalmente sulle operazioni sopradescritte. Una disposizione che veda troppi satelliti allineati o raggruppati è meno
efficace di una che veda un numero inferiore di satelliti ma ben distanziati tra loro. I dispositivi in commercio sono in grado di "ascoltare" un numero variabile di canali tra 12 e 16
(praticamente nessun dispositivo è in grado di visualizzarne 24); per la determinazione efficace della posizione il dispositivo dovrà essere in grado di operare scelte selettive tra i vari
segnali selezionando i migliori e i meglio distribuiti.